martedì 12 marzo 2013

Come si legge il bilancio del PD ( del 2010 )


Sono un imprenditore a cui capita spesso di dover analizzare bilanci di altre entità (clienti-fornitori-concorrenti) e di doverli spiegare ai miei collaboratori che quasi sempre non conoscono la contabilità e il bilancio. Non sono un revisore contabile (anche se ho la stessa laurea), non sono un esperto, ma ne so sicuramente di più della fantomatica casalinga di Voghera.
Sono anche un elettore, dalla sua nascita, del Pd.
Questi due aspetti messi assieme mi hanno portato a prendere in mano il bilancio del Partito Democratico, ed i suoi allegati, per cercare di capire qualcosa di più su quello che negli ultimi tempi sembra essere diventato il problema dei problemi per il nostro Paese: quanti soldi vengono dati ai partiti, da chi e per fare cosa?
Innanzi tutto c’è da fare una doverosa premessa: reputo assolutamente positiva la scelta del mio partito di avere un bilancio revisionato e certificato da una società terza ed importante (la PWC Spa), e di dare a questo la massima diffusione pubblicandolo sul sito, a disposizione di tutti. Scelta che dovrebbe essere quasi obbligata anche per tutti gli altri partiti, ma va precisato che la certificazione del bilancio certifica – appunto – solamente la corretta tenuta della contabilità, e non rende conto dei comportamenti e delle scelte di un partito: per quello, invece, servono solo elettori informati.
Quello che vorrei fare oggi è cercare di rendere più facile e comprensibile la lettura del bilancio Pd a tutti, soprattutto a coloro che non hanno l’abitudine di leggersi una sfilza di numeri, e magari fare qualche proposta per rendere il bilancio più fruibile in futuro per tutti coloro che sono interessati a leggerlo.
Il documento è abbastanza dettagliato, ma non eccessivamente, e già questa è una prima stranezza: se infatti le aziende industriali/commerciali limitano la quantità di informazioni esposte sul bilancio per evitare di mettere a conoscenza i propri concorrenti di notizie riservate, non si capisce perché un partito politico invece non metta a completa disposizione (quantomeno degli iscritti) tutte le informazioni sulla composizione delle singole voci di bilancio, invece di un rendiconto che risulta estremamente parziale. L’ideale sarebbe quello di avere lapossibilità di accedere alle cosiddette “pezze di appoggio”, alle fatture, e con la tecnologia attuale non sarebbe davvero un grosso problema pubblicarle online.
Venendo alla lettura del bilancio vero e proprio (l’ultimo disponibile, relativo al 2010):
E’ in forte perdita – per circa 43 milioni di euro – ma principalmente per motivi contabili(vengono imputati integralmente nell’anno costi le cui uscite saranno negli anni successivi) tanto è vero che in cassa (banca, no Tanzania) ci sono circa 19 milioni. Per avere conferma di questo è sufficiente verificare la situazione patrimoniale in cui si notano crediti (soldi da ricevere, di cui il 95% dallo Stato per rimborsi elettorali) per 183 milioni e debiti per 58.
- Ovviamente non c’è nessun riferimento a fondazioni o ad altri enti terzi. Non risultano donazioni da singole persone fisiche al Pd nazionale superiori ai 50.000 euro (e quelle inferiori non devono essere rendicontate, né rese pubbliche, per una legge del 1981), mentre ce ne sono state a sedi locali del Pd: ad esempio, al Pd di Siena il Presidente e Vice presidente del Monte dei Paschi hanno donato circa 175.000.
C’è una sola donazione proveniente da persone giuridiche (ovvero da aziende), pari a 200 euro: e no, non mancano gli zeri sono proprio 200. Evidentemente, questo genere di contributi interessano maggiormente le fondazioni (le quali, ricordo, non hanno nessun obbligo di redazione del bilancio).
- Il rimborso delle spese elettorali è di circa 51 milioni, a fronte di spese effettivamente sostenute e documentate per 14 milioni.
- Le sottoscrizioni dei parlamentari ammontano a 5,2 milioni, mentre altri 957.000 euro provengono da persone fisiche.
- Il totale delle entrate, quindi, è di 58 milioni di euro.
Nota bene: nelle entrate non sono contemplate le quote associative, perché di competenza delle strutture regionali, che a loro volta redigono altri bilanci separati. A questo riguardo, secondo me sarebbe corretto redigere anche una sorta di bilancio consolidato in cui vengono fatti confluire tutti i bilanci: delle federazioni provinciali, regionali e del livello nazionale, in modo da avere un’idea chiara e complessiva dell’operato (contabile) del partito.
La certificazione di questo bilancio consolidato avrebbe poi sicuramente maggior valore di controllo.
Queste invece le voci di spesa (con il dettaglio massimo riscontrato):
- costi per acquisti di beni (cancelleria, materiale di consumo): 114.044,68
- spese elettorali, di propaganda e comunicazione politica: 20.044.676,13
- spese per collaboratori e consulenze: 1.466.335,75
- spese per servizi afferenti la sede nazionale (vigilanza, manutenzioni e riparazioni, assicurazioni, pulizia locali e servizi logistici): 1.862.001,96
- spese per le utenze: 693.136,10
- spese per viaggi, trasferte, alberghi e ristoranti, rappresentanza, rimborsi spese, automezzi: 2.165.438,88
- spese amministrative (postali, servizi generali, ecc.): 990.823,61
- totale costi per servizi: 27.222.412,43
Costi per godimento beni di terzi (affitto, noleggi, leasing, ecc.):
- per manifestazioni, eventi e servizi elettorali in genere: 1.064.696,56
- per godimento beni di terzi afferenti le sedi operative: 2.407.083,06
- totale spese godimento beni di terzi: 3.471.779,62
Inoltre:
- costi per il personale dipendente: 12.118.479,87
- ammortamenti e svalutazioni: 403.628,37
- accantonamenti per rischi e oneri: 80.000,00
- oneri diversi di gestione: 555.030,34
Contributi ad Associazioni per 51.276.343,16 euro, così distribuiti:
- importi erogati ad associazioni estere: 37.848,44
- strutture provinciali Pd: 862.604,54
- strutture regionali Pd: 50.198.788,67
- associazione Giovani Democratici: 54.560,28
- altri contributi minori: 122.541,23
- totale contributi ad associazioni :51.276.343,16
- accantonamento ai sensi dell’art. 3 della legge 157/99: 2.589.013,08
Questo è quanto. Se si eccettua la suddivisione dei contributi per le strutture regionali e la lista di feste ed eventi nazionali (su cui però manca il dettaglio) su tutte le altre spese non è possibile sapere di più, e questo è un livello di dettaglio francamente insufficiente, un po’ come se l’amministratore di condominio impedisse ai condòmini di poter verificare le spese sostenute e le fatture ricevute.
Faccio un esempio paradossale (e chiaramente inventato) ma se il milione e mezzo speso per collaboratori e consulenze fosse stato speso per una sola consulenza piuttosto che per centinaia credo sarebbe meglio saperlo. Stesso discorso per i 12 milioni spesi per il personale, i 555.000 di oneri diversi di gestione (!) e le varie spese generiche.
Quindi per concludere, vorrei invitare i redattori del bilancio del Pd (ed i suoi dirigenti) aproseguire nell’opera di pubblicizzazione e trasparenza dei risultati “contabili”, cercando quando possibile di dare agli utenti (o almeno agli iscritti) tutte le possibilità di verifica del caso senza per forza aver bisogno della consulenza di esperti e commercialisti (che comunque, in mancanza di voci più dettagliate, avrebbero le stesse difficoltà sin qui descritte).
Mi piacerebbe che il Pd nazionale rendesse insomma fattibile quel controllo di tipo diffuso(pubblico, inteso come possibile per tutti) che è certamente superiore a qualsiasi tipo di controllo privato

un bilancio che tutti possano leggere, capire e discutere.

Pubblicato in Prossima Italia il 17/4/2012

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